Quando Genny frequentava la scuola “Isabella D’Este Caracciolo” di Napoli. Lo ricorda la preside Giovanna Scala

NAPOLI – Domenica 6 settembre ricorre il quinto anniversario della morte di Genny Cesarano, giovane vittima innocente di camorra. L’appuntamento è alle ore 17, in piazza Sanità, con le attività e i laboratori formativi delle ragazze e dei ragazzi che nel popoloso rione Sanità beneficiano del Progetto P.I.T.E.R. In occasione di tale evento commemorativo in ricordo di Genny Cesarano, vittima innocente della camorra, al quale hanno partecipato anche i bambini, gli adolescenti e gli operatori del Progetto P.I.T.E.R., abbiamo intervistato Giovanna Scala, l’intraprendente dirigente scolastico dell’Istituto “Isabella D’Este Caracciolo” di Napoli che frequentava lo stesso Genny. Qui di seguito vi è la serie di quesiti posti alla intraprendente preside: Ci vuole descrivere il rapporto che Genny aveva con la scuola e con i compagni?Genny oltre ad essere un ragazzo creativo, educato e interessato, era un punto di riferimento per i propri compagni, era ben integrato in classe, luogo in cui vigeva armonia e serenità”. Ci racconta un episodio su Genny che le è rimasto particolarmente impresso?Genny era un ragazzo molto premuroso. Ho innumerevoli bei ricordi di lui, ne ricordo uno fra tanti, quello che custodisco particolarmente nei miei ricordi: era una giornata fredda, invernale, pioveva a dirotto ed io non avevo con me l’ombrello. Lui mi incrociò e mi porse il suo”. Sappiamo che Genny ha preso parte ad un progetto sulla legalità contro la violenza ed il bullismo ci vuole raccontare come lui ha vissuto questa esperienza?”Genny ha dato un forte contributo a questo progetto. Ha partecipato e messo in atto tutto ciò che ne concerne. Ed è proprio questo quello che fa più male: era un fiore appena sbocciato, stroncato in un momento di costruzione di vita”. Il signor Antonio Cesarano, papà di Genny, ha affermato che “la scuola è l’unica risposta alla devianza giovanile, alla violenza, alla camorra.”  Lei in qualità di dirigente scolastico come pensa che la scuola possa contribuire alla diffusione della legalità?Come dirigente scolastico io rappresento la legalità. La scuola riesce a trasmettere canoni della legalità che poi i ragazzi in maniera naturale portano fuori. La legalità è rispettare l’essere umano; è l’educazione al bello; è accoglienza; è amore per il proprio vicino”. Genny è diventato un simbolo di riscatto per il rione Sanità in che modo quanto accaduto ha contribuito a far capire ai giovani che esistono strade alternative alla criminalità?Genny purtroppo non è il primo caso. Ma è sicuramente un caso che fa riflettere e che ha portato particolare sgomento. Tutto questo ha portato ancor di più all’attivazione di laboratori e attività, che portano i ragazzi a distinguere il bene dal male”.   Giada Gentile e Ilenia Mauro