Caro P.I.T.E.R.,
spero che la mia lettera ti raggiunga leggera e colorata come i fiori della primavera che ci allietano in questi giorni di quarantena. Giù per i vicoli della Sanità, incurante delle improvvise deviazioni e lieta dei suoni vivaci roteanti nell’aria, avviluppati ai profumi dei dolci.
Poche righe di inchiostro per portarti notizie dei bambini, prima deliziosi sciami di api festanti a correre nelle vie, ora qui, in attesa della libertà. Non è forse vero che sono loro l’essenza della nostra vita?
I giorni scorrono, e tu, P.I.T.E.R. sei costretto a stare fermo, pare un cavillo burocratico, ma confido nella tua liberazione.
Tu sei unico nel tuo genere. Hai pensato a ogni singolo bambino, per ognuno hai un progetto personalizzato che lo aiuterà a crescere coltivando le doti individuali e a costruire un bel progetto di vita. Siamo in tanti, professionisti di diverse discipline, dinamici, pronti a continuare con interventi nuovi per il contesto.
Mentre attendiamo la tua liberazione, abbiamo proseguito autonomamente le nostre attività con l’aiuto della tecnologia. Non sai quanta gioia stiamo portando nelle case e quanta a loro volta ne danno a noi i bambini e i ragazzi. Parliamo del mondo, dell’intelligenza, dell’umanità, del futuro.
I bambini chiedono quando ci rivedremo, cosa faremo dopo. Sorge allora un dilemma, aiutami tu se puoi. Sarai liberato? Vorrei saperlo… perché nella peggiore delle ipotesi dovrei spiegare che gli adulti non riescono a risolvere qualcosa di molto più facile di quanto chiediamo a loro di fare: crescere onestamente e pienamente.
Ora ti lascio. Presto sapremo qual è il segno del destino e quale luce potrà gettarsi sulla terra senza ritrarsi in fretta.
A presto ___ Questo è quanto si legge nel sommario e nell’articolo del 16 maggio 2020, pubblicato da ilsolidale.it (fonte notizia) —> https://www.ilsolidale.it/post.php?a=4921