Simona Planu, project manager del Progetto PITER: “Lockdown sì, ma…the show must go on”

NAPOLI – Aldilà della “DaD” c’è un universo che soffre l’indifferenza di un sistema sociale ed economico che, seppur bloccato, in lockdown, fermo al palo, continua a voler correre dietro l’eccellenza, la competizione, lo sviluppo. Lockdown sì, ma “the show must go on”… La gara al primo arrivato non si ferma. Peccato che a rimanere indietro sia chi ha più bisogno di supporto. La scuola non è  solo formazione e disciplina, la scuola è un luogo protetto, è l’alternativa a una strada poco maestra. Oggi la scuola non c’è: la gerarchia dei diritti è implacabile quando non ci si può permettere la scelta. Oramai tra le famiglie corre un linguaggio fatto di acronimi, password e piattaforme di uno spazio virtuale che poco si connette con la realtà vera. I bambini e i giovani oggi non hanno più un posto sicuro. Il terzo settore si interroga su cosa fare o su cosa può fare e nel mentre si corre troppo, ma si perde tempo. Si corre dietro ai compiti da sottoporre, da correggere, ma non ci si accorge che nella corsa si perdono pezzi di percorso, si lasciano indietro vite intere. Non ci sono scuse o escamotage: il sistema non ha funzionato come doveva e a perderci è sempre chi si trova in un gradino più basso. L’educazione è un diritto umano significa che il mondo della scuola, delle associazioni e delle istituzioni deve adoperarsi affinchè tutti possano avere una chance di cambiare il proprio destino. Se riuscissimo a fermarci ci accorgeremmo che non basta un tablet, serve una connessione. Non basta una connessione serve una finestra. Non basta una finestra serve una casa. Non basta una casa serve un educatore. Non basta un educatore serve la scuola. Non basta una scuola serve lo Stato. Simona Planu (Project manager Progetto P.I.T.E.R.) … – Articolo pubblicato l’11 novembre 2020, cliccando su  IL SOLIDALE.it (fonte notizia)